Il saggio Parola e mistero in Origene forma un trittico con le monografie dedicate da Balthasar a Massimo il Confessore e a Gregorio di Nissa, e come quest’ultima è stato scritto e pubblicato in francese – il che testimonia tra l’altro la sua straordinaria conoscenza di questa lingua, dimostrata anche dalle traduzioni tedesche da Claudel, Péguy e Bernanos che portano la sua firma.

«Lo scopo di questo studio», dice l’autore stesso nell’introduzione, «è raggruppare i grandi temi della teologia di Origene attorno all’idea dominante di ‘mistero’. Il metodo adottato non sarà dunque puramente ‘storico’, perché, sebbene Origene abbia un pensiero chiaro e sintetico, tuttavia non è un sistematico; per estrarre dalla sua sintesi vitale la struttura formale, sottolineandone determinati tratti essenziali, occorrerà condensare certi pensieri in formulazioni che non si trovano tali quali nel vocabolario origeniano. D’altra parte, questo metodo della cristallizzazione non mira che a comprendere Origene in modo più immediato, rivelandoci attraverso un linguaggio che ci è più familiare le aspirazioni più intime del grande teologo [...] Del resto, malgrado una terminologia assai fluida, il pensiero dell’Adamanzio, l’“uomo d’acciaio”, è di una nettezza sorprendente, che contrasta con lo stile di Clemente Alessandrino. Se il genere del commento esegetico comporta un’apparente frammentazione, sotto questa apparenza si delineano i contorni di una teologia (più ancora che di una filosofia) sacramentaria perfettamente coerente».