Questo piccolo volume si sofferma sui più alti e più ampi presupposti teologici della preghiera contemplativa. Come in Tommaso d’Aquino, a dominare il tutto è la reciprocità tra «luce» (lumen) e «immagine» (species).

La rivelazione di Dio ha due aspetti. In primo luogo, è comunicazione della sua eterna luce di verità, vita e amore che diventa per noi visibile e contemplabile in Gesù Cristo («Io sono la luce del mondo»). Modalità di questa luce della verità e dell’amore di Dio che si riversa nel mondo sono tuttavia anche le «ombre» e la «notte della croce», che, come Adrienne von Speyr sa mostrare, non mancano neanche nella contemplazione cristiana.

Il secondo principio fondamentale è quello dell’immagine, che potrebbe essere qui definita come una «corrispondenza di verità» concreta e viva tra cielo e terra. La Rivelazione è lo svelarsi del cielo sulla terra, perché Cristo, come Figlio e Immagine del Padre – incarnato, morto, risorto e asceso al cielo –, con il suo ritorno al Padre non annulla l’affermazione che egli è e che ha dispiegato in mille parole, atti, gesti e preghiere. Piuttosto, egli amplia a tutta la creazione lo spazio delle immagini nel quale soltanto può realmente dispiegarsi l’autentica contemplazione. Giacché la creazione è stata fatta dal Padre creatore in vista del Figlio e di questi ha bisogno per essere contemplata e interpretata nel suo senso definitivo.

Testo rielaborato dalla prefazione di Hans Urs von Balthasar