Ancora studente di germanistica a Vienna, e appena ventenne, Balthasar diede alle stampe, per i tipi dell’editore Fritz Bartels, questa prima prova, Lo sviluppo dell’idea musicale. Verso una sintesi della musica (1925).

Nella prima delle due parti in cui si articola l’opuscolo, il giovane autore tratta dei tre costituenti della musica, ritmo, melodia e armonia, dando luogo per così dire a una teoria della musica in nuce.

La seconda parte sviluppa una filosofia della musica attorno a tre parole-chiave, «struttura», «limiti» e «valori». La struttura viene descritta nei termini di organicità e polarità: «tutta l’arte si trova tra due poli: la musica puramente melodica e quella puramente armonica»; per esempio un Verdi è più vicino al polo melodico, mentre Wagner a quello armonico. Il capitolo dedicato ai «limiti» della musica porta tra l’altro a una riflessione sulla «musica a programma», in cui si inquadrano anche alcune osservazioni sul rapporto (notoriamente voltosi poi in una «amicizia stellare») di Richard Wagner con il filosofo Friedrich Nietzsche. L’ultimo capitolo mette a tema, sotto il titolo «Valori», la questione del progresso nell’arte: un progresso che l’autore intende nel senso dell’elevazione, per esempio nel passaggio che va da Donizetti a Verdi o da Haydn a Mozart.

Il saggio di Balthasar si conclude con un’indicazione da cui si coglie la sorprendente sicurezza dell’autore: «La musica è quella forma che più ci avvicina allo spirito; è il velo più tenue che possa separarci da lui. Ma essa condivide la tragica sorte di tutta l’arte: dover rimanere un anelito, e perciò qualcosa di provvisorio [...]. Essa è un punto-limite della sfera umana, e da questa linea di confine comincia il divino. È un eterno monito che ci ricorda che l’uomo ha potuto avere un presagio di cosa sia Dio – eternamente semplice, e molteplice e dinamicamente fluente in sé stesso, e, in quanto Logos, nel mondo».

Testo di Manfred Lochbrunner

Il volume qui presentato, primo della serie «Studienausgabe der frühen Schriften Hans Urs von Balthasars», cioè l’edizione scientifica degli scritti giovanili del teologo, include anche la sua breve «Testimonianza per Mozart».