Questi punti di meditazione sul vangelo di Marco – «punti» nel senso abituale a chi pratichi la preghiera secondo il metodo ignaziano: schematiche indicazioni per contemplare una pericope evangelica – furono dati da Adrienne von Speyr nel periodo compreso tra l’11 ottobre 1945 e il 7 marzo 1948 ai membri della nascente Comunità san Giovanni, da lei fondata, per la loro orazione quotidiana. Solo le prime serie di punti, a mo’ di introduzione, sono state date da Hans Urs von Balthasar (che ha curato l’edizione); ma, fatta eccezione per queste prime sedute, per il resto egli non era presente nel momento in cui i punti venivano dettati da Adrienne e stenografati da un membro della Comunità. In vista della pubblicazione il testo è stato reso un po’ più serrato, omettendo tra l’altro ciò che riguardava direttamente singole persone o situazioni all’interno della Comunità. Tuttavia, nel complesso non si è affatto voluto eliminare il carattere particolare che a questi punti deriva dalla situazione in cui sono nati: ci si rivolge a giovani che hanno scelto la vita dei consigli evangelici vissuta in un nascente istituto secolare, e perciò associata a una professione ordinaria nel mondo. Ciò non toglie che queste meditazioni contemplative possano offrire molto a chiunque si sforzi di meditare la Sacra Scrittura. Come sempre, anche qui Adrienne von Speyr parla attingendo alla pienezza della propria contemplazione, che non perde mai di vista il carattere unitario della verità del dogma cristiano; e senza attrezzatura esegetica, né ambizioni intellettuali di alcun genere, trasmette semplicemente ciò che le è stato donato. Visto che parla a delle novizie, il corso del suo pensiero è semplice e orientato all’applicazione pratica.

Le indicazioni che Adrienne von Speyr dà in tutto questo libro sono assai caratteristiche della sua spiritualità. Se è vero che altre opere vanno più in dettaglio o più in profondità, nondimeno chi percorrerà tutto il libro vi troverà una specie di compendio della sua impostazione spirituale.

Secondo la prefazione di Hans Urs von Balthasar