Questo libro, che nel suo sottotitolo si chiede «come integrare il papato nella chiesa universale», vuole mostrare che all’interno della Chiesa Cattolica c’è un profondamente radicato «complesso antiromano»; che questo complesso ha motivi non soltanto sociologici e storici, bensì anche d’ordine teologico; e che è una tentazione che la comunità della Chiesa deve sempre di nuovo vincere. A chi scrive è aliena ogni forma di papolatria. E in queste pagine si cercherà di vedere davvero e di prendere sul serio le riserve e le perplessità che vengono avanzate contro la gerarchia ecclesiastica per com’era alle origini, per come si è sviluppata e per come è oggi; e la circostanza che nel XX secolo abbiamo avuto la grazia di avere una serie di papi totalmente spogli di sé e totalmente dediti alla causa di Cristo non ci indurrà a separare come per magia questo secolo dalla storia per tanti aspetti così oscura del papato, dimenticando semplicemente quest’ultima. Ma ci ricorderemo anche della parola di Montalembert: «Pour juger le passé il aurait fallu le vivre; pour le condamner il faudrait ne rien lui devoir» («Per giudicare il passato bisognerebbe averlo vissuto; per condannarlo, bisognerebbe non dovergli nulla»). E terremo a mente la saggezza di Möhler, che (parlando delle sette antipapali del XII secolo, le quali, coltivando il sogno di una Chiesa spirituale e santa, osavano «rinfacciare alla Chiesa di fatto esistente, che era passata attraverso tante tempeste e tanti rivolgimenti, di aver tradito la sua vocazione») ci spiega: «Se queste costruzioni della fantasia e dell’egoismo – perché senz’altro tali vanno considerate, pur senza disconoscere quanto ebbero di buono – avessero dovuto portare il peso dei tempi che è stato imposto alla Chiesa Cattolica, al primo istante sarebbero già risprofondate nel nulla da cui erano sorte».

Cercheremo anzitutto di dare un fondamento teologico al realismo ecclesiologico che queste affermazioni esprimono, e poi di gettare un primo sguardo sulla realtà disputata della Chiesa, per poi finalmente, memori del realismo teologico, accennare la proposta che andrà sviluppata in dettaglio nella seconda e nella terza parte del libro: […] che è possibile, lo è stato e lo sarà, anche nel ministero gerarchico, e proprio nel ministero, seguire il Signore. Che il primo può davvero ritrovarsi all’ultimo posto senza pertanto essere destituito del suo servizio. E che le umiliazioni inflitte al papato proprio dai suoi (popule meus!) possono restituirgli anche la sua credibilità.

Dall’Introduzione

La prima edizione di quest’opera è del 1974 (Herder)