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Punti fermi
Per un discernimento degli spiriti
Presentazione
Descrizione
Indice
Questi «Punti fermi» [col sottotitolo «Per vagliare gli spiriti»] si propongono di trattare in modo conciso e sommario alcune questioni essenziali della fede cristiana che oggi sono contestate o – nella maggior parte dei casi – stanno cadendo in dimenticanza. Ogni capitolo sta per conto suo, l’ordine è irrilevante; nel loro insieme testimoniano di una visione di fondo, sono alcuni raggi che emanano tutti dallo stesso centro. Se alcuni temi che surriscaldano gli animi non sono trattati, non è perché ci vogliamo sottrarre alla mischia per trincerarci vilmente dietro posizioni anodine: piuttosto, è perché quella tal questione richiederebbe una discussione approfondita, o può essere decisa solo da un pronunciamento positivo; o, finalmente, perché è un problema «scottante» solo in quanto lo si è reso tale artificialmente, e magari per sottrarsi al vero centro ardente. Spesso è così, del resto: una cosa che brucia me, cristiano tiepido, non brucia invece il cristiano ardente, e al contrario una cosa che quasi uccide il cristiano ardente non esercita su di me il minimo effetto.
Se i raggi di queste pagine emanano dal vero sole, a partire da essi si potrebbe forse calcolare il punto focale a partire dal quale le nostre domande vengono autenticate come brucianti e spesso sono già quasi risolte. Ma qua e là cose che erano sembrate senza problema e lineari potrebbero inaspettatamente prendere la curvatura del punto interrogativo.
Molto è offerto sotto forma di concentrato. Chi trovasse troppo serrati pezzi come «Trinità e avvenire» o «Cristianesimo come utopia», li salti liberamente. Ci sono però anche cose che si fanno più chiare proprio in virtù della concentrazione: le si stemperi nella riflessione, piuttosto che saltarle a piè pari. Qua e là i temi si intersecano: il lettore abbia pazienza, ricordando che nel cristianesimo ci sono cose che si assimilano solo per via di ripetizione.
Quanto ai problemi di moda, su cui sono puntati tutti i riflettori, quei problemi che si pretende siano articula stantis aut cadentis Ecclesiae, e li si gonfia artificialmente a questo scopo: quasi sempre sono problemi di cui si prospetta la soluzione in un ripiegamento, un depotenziamento, nella proposta della via più facile – e tutto questo esprimerebbe un atteggiamento di simpatia e condivisione verso le povertà della condizione umana. Ma alla lunga è la via stretta ad attrarre i migliori. Per esempio, è ben noto che spesso sono i monasteri che hanno mantenuto un’osservanza stretta ad attrarre vocazioni, mentre quelli che preferiscono la linea morbida sembrano trascurati da Dio e dagli uomini. Lo diciamo solo per indicare un sintomo. Chi è capace di esigere qualcosa (ma deve anche mostrare molto; e può legittimamente esigere solo per Dio e la sua opera nel mondo), ha ancora qualche chance di essere ascoltato. Per definizione, la moda è soggetta a cambiare ogni anno. Per fortuna il cristianesimo autentico non è mai stato una moda – nemmeno nelle cosiddette epoche cristiane.
Le poche cosette che si dicono in queste pagine sono semplici e del tutto senza pretese. Leggendo molti libri di oggi, ci si stupisce di quanta intelligenza vada sprecata in imprese sterili. E allora ci si consola con la constatazione di Hofmannsthal, che «il più pericoloso tipo di stupidità è un’intelligenza acuta»; e si accetta con buonumore di passare per un semplicione un po’ rimbambito.
Dalla premessa dell’autore
La prima edizione del libro è del 1971, presso Herder.
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